Testimoni missione

Venerabile Cardinale Guglielmo Massaia

Fra Guglielmo da Piovà grande evangelizzatore dell’alta Etiopia, nato e battezzato a Piovà d’Asti (ora Piovà Massaia), l’8 giugno 1809 con i nomi Lorenzo Antonio, veste il saio cappuccino il 6 settembre 1826; ricopre gli uffici di cappellano dell’Ospedale Mauriziano di Torino, professore di filosofia e teologia. Consacrato Vescovo a Roma il 24 Maggio 1846 lascia l’Italia per raggiungere i Galla dell’alta Etiopia che riuscirà a raggiungere solo 6 anni dopo. 8 traversate del Mediterraneo, 12 del Mar Rosso, 4 pellegrinaggi in Terra Santa, 4 esili, altrettante prigionie e innumerevoli rischi di morte segnano le fatiche del suo impegno apostolico. Fonda diverse missioni, istituisce il primo monachesimo etiopico cattolico, compone il primo catechismo in lingua galla, consacra 3 Vescovi fra cui Giustino De Jacobis che la Chiesa proclamerà santo. Coniugando la cura delle anime, alla cura del corpo, si serve della pratica medica acquisita presso l’Ospedale Mauriziano per sanare malattie endemiche, principalmente il vaiolo; compie interventi chirurgici d’urgenza fino ad effettuare un trapianto organico senza rigetto. Pubblica a Parigi la prima grammatica della lingua Galla, fino ad allora soltanto parlata; si confronta con il clero etiopico e con la cultura islamica con intelligente senso missionario senza compromessi e senza generare conflitti. Senza venir meno al suo essere Vescovo Cappuccino missionario, favorisce spedizioni esplorative, scientifiche e diplomatiche. Apprezzato confessore e consigliere di diverse categorie di persone, dai contadini ai Principi, a futuri santi (ne ricordiamo alcuni: Beato Cottolengo, Beato Allamano, Beato Comboni, lo scrittore S. Pellico, Vittorio Emanuele II, Menelik II Re dello Scioa, l’esploratore francese Antonio d’Abbadie). Sulla missione di Finfinnì da lui fondata si ergerà la città di Addis Abeba capitale dell’Etiopia nel 1889. Esiliato nel 1879 rientra in patria dove riceve dal Pontefice Leone XIII l’ordine di redigere le sue memorie pubblicate in 12 volumi dopo 5 anni di faticosa stesura con il titolo: “I miei 35 anni di missione nell’alta Etiopia”. Nel 1884, pochi anni prima della morte, Leone XIII lo crea Cardinale per fissare nella storia delle Chiesa la grandiosa opera apostolica del missionario Cappuccino. Il Massaia muore a San Giorgio a Cremano (NA) il 6 agosto 1889, lo stesso Pontefice esclama: “è morto un santo!”. Il suo corpo è conservato nella chiesa dei Cappuccini di Frascati dove visse gli ultimi anni in estrema povertà come umile figlio di San Francesco. Il processo di Canonizzazione avviato nel 1914 ha concluso positivamente la fase diocesana nel 1989. Sono allo studio le autenticità delle virtù eroiche in attesa di un miracolo valido per la fase processuale di Beatificazione.